Nata a Nyagan, Siberia, Russia, il 19 aprile del 1987 Marija Jurevna
Sharapova emigrò negli Stati Uniti all'età di otto anni per iniziare
l'addestramento al tennis all'Accademia di Nick Bollettieri. La
Sharapova è diventata la terza più giovane vincitrice di un titolo al
Torneo di Wimbledon (dopo Martina Hingis che però vinse nel doppio)
sconfiggendo la campionessa in carica Serena Williams in due set (6-1,
6-4) il 3 luglio 2004. È anche la prima giocatrice russa ad aver vinto
il singolare femminile a Wimbledon. Spesso viene paragonata ad Anna
Kurnikova, altra studentessa di Bollettieri, in termini di aspetto
fisico (la Sharapova ha posato per numerosi servizi di moda), tuttavia
la Sharapova è stata in grado di aggiudicarsi tornei del Grande Slam e
raggiungere la vetta della classifica WTA. Maria Sharapova è la più
ricca tra le tenniste ancora in attività, soprattutto per via dei suoi
contratti milionari come testimonial per diverse multinazionali. La
russa ha anche promosso e inaugurato, nell'estate del 2006, una
Fondazione intitolata a sua nome, su modello di quelle promosse da
Agassi e Federer, per occuparsi principalmente di lotta alla povertà e
aiuto all'infanzia.
Nonostante sia molto amata o ammirata dal pubblico, non gode di buona
fama tra le altre giocatrici: frequenta assai raramente gli ambienti
dove s’incontrano le altre tenniste, e l'unica giocatrice di cui è
notoriamente amica è Maria Kirilenko. L'avversità nei suoi confronti è
dovuta anche dalla sua abitudine di urlare ogni volta che in gioco
colpisce la palla, infastidendo involontariamente le avversarie. Le sue
urla, misurate, raggiungono i 102.2 decibel, più di quelle di una
sirena della polizia. Maria, all'età di 7 anni, viene portata negli
Stati Uniti dal padre Jurij, per frequentare l'accademia di tennis di
Nick Bollettieri a Bradenton, in Florida. Nel 2000 partecipa al Toreno
Avvenire di Milano, riservato ai tennisti under16. In finale è
sconfitta dalla Peng. Sempre in Florida, nell'aprile 2001, al torneo di
Sarasota, avviene il debutto della Sharapova nel circuito ITF, perdendo
al primo turno in 3 set contro la connazionale Karin Miller. Maria
prosegue, durante il resto dell'anno, a competere nel circuito
juniores, nel quale inizia a segnalarsi come la nuova promessa della
rinomata accademia di Bollettieri. Nel 2002 avviene invece il debutto
nel circuito WTA, grazie alla wild card ottenuta a Indian Wells: grazie
a un sorteggio benevolo che la oppone alla n. 302 del ranking, Brie
Rippner, Maria, dopo aver perso di misura il primo set, prende coraggio
e batte con autorevolezza la modesta avversaria. La russa si guadagna
così l'onore di sfidare una leggenda, sebbene in declino, come Monica
Seles da cui viene portata a scuola e a cui paga il tributo di emozione
ed esperienza, incassando un sonoro 6-0, 6-2. L'esperienza sarà molto
positiva in termini di personalità: Maria torna al circuito ITF e al
successivo torneo di Gunma sbaraglia tutte le avversarie senza
concedere alcun set, replicando l'identico copione ai successivi 2
tronei ITF a cui parteciperà, Vancouver (in cui concede 1 solo set in
finale) e Peachtree. La giovanissima russa ha già dimostrato di essere
una vincente, il che le fa guadagnare una wild card per il suo secondo
torneo WTA, il Japan Open a Tokio, nella quale è sconfitta al primo
turno in un match molto equilibrato dalla Gagliardi. Maria torna al
circuito ITF, raggiungendo 2 finali negli ultimi 2 tornei dell'anno:
con questi risultati chiude un anno positivo che la vede raggiungere il
n. 186 del ranking WTA. Il 2003 si apre con il debutto in un torneo
dello Slam, all'Australian Open, in cui supera le qualificazioni
fermando però la sua corsa già al primo turno, contro la più esperta
Koukalova, che la batte di misura 6-4, 7-6. Ottiene 2 wild card per
Indian Wells e Miami, "sprecandole" entrambe con un'uscita al primo
turno, così come esce al primo turno a Charleston dopo aver superato le
qualificazioni: queste sconfitte contro avversarie tutt'altro che
irresistibili fanno credere che Maria sia ancora acerba per il circuito
maggiore. In accordo con il suo staff torna a partecipare a un torneo
ITF: scelta perfetta, perché la vittoria nel torneo di Sea Island sarà
il vero trampolino di lancio e fonte di nuova fiducia per Maria. La
russa affronta le qualificazioni del Roland Garros e le supera, mentre
al primo turno si piega, su una superficie che ama poco, alla spagnola
Serna, specialista del rosso. Decide di provare le qualificazioni al
torneo di Birmingham, sull'erba, per prepararsi a Wimbledon: Maria
dimostra di giocare molto bene su questa superficie, in cui può
sfruttare appieno la propria aggressività e ottiene scalpi importanti,
quali quello della Dechy al II turno e soprattutto di Elena Dementeva
nei quarti, prima di arrendersi in 3 set alla Asagoe in semifinale.
Questo risultato le vale un balzo in classifica di circa 30 posti e
l'ingresso nella top 100, ma soprattutto l'accesso al tabellone di
Wimbledon tramite una wild card. Proprio a Wimbledon Maria trova il
palcoscenico ideale in cui far vedere al grande pubblico il suo valore,
infilando nei primi 3 turni una splendida cavalcata che la vede
sconfiggere nettamente la Harkleroad, la Bovina e soprattutto la n. 12
del seeding, Jelena Dokić, tutte in 2 set. Il quarto turno la vede di
fronte a un'altra giovane russa in forte ascesa, Svetlana Kuznetsova,
con la quale, dopo aver perso netto il primo set e vinto altrettanto
nettamente il II, ingaggia un duello altalenante che si risolve a
favore dell'avversaria con il punteggio di 7-5. Maria guadagna altri
punti in classifica e affronta la stagione americana, raggiungendo il
terzo turno a Los Angeles contro la numero 2 del mondo, la belga
Clijsters, da cui perde non senza però essersi tolta la soddisfazione
di strapparle un set con il punteggio di 6-1. A Flushing Meadow esce
già al II turno contro la francese Loit, ottiene i quarti a Shangai,
nei quali impegna la Dementeva. Entra tra le top 50 e si presenta al
Japan Open con la testa di serie n. 5: Maria raggiunge la finale contro
la modesta Kapros, ma a causa anche dell'emozione trascina il match
sino al tie break del III set, in cui finalmente classe e tenuta
atletica le permettono di aver la meglio dell'avversaria e aggiudicarsi
il primo trofeo WTA. Al torneo di Lussembergo esce in semifinale contro
la Clijsters, perdendo nettamente 6-0, 6-3: Maria ancora non ha battuto
una tennista appartenente alla top 10, ma si può consolare chiudendo un
ottimo 2003 con la seconda vittoria, al torneo di Quebec City,
accreditata della testa di serie n. 2 incontra in finale la modesta
Sequeros che, dopo aver perso il primo set per 6-2, si ritira. Questa
ottima stagione le è valsa il premio di newcomer of the year da parte
della WTA. All’Australian Open del 2004, Maria non va oltre il III
turno, in cui viene sconfitta in 3 set dalla connazionale Myskina,
molto più esperta nel variare tatticamente la partita. Le due
giocatrici si ritroveranno nel IV turno ad Indian Wells: anche questa
volta la Myskina ha la meglio, ancor più nettamente, concedendo solo 3
game a Maria. Anche a Miami e Berlino il cammino di Maria si interrompe
di fronte alle prime top ten riservatele dal tabellone, sottolineando
l'immaturità della giovane russa per i traguardi più prestigiosi. A
Roma, Maria sfata il tabù, battendo la n. 10 Dementeva in 2 set, ma
esce subito dopo per mano della Farina, giocatrice esperta e di grande
sagacia tattica. Disputa un buon Roland Garros, raggiungendo i quarti,
in cui viene nettamente battuta dall'esperta terraiola Paola Suarez.
Finalmente arriva l'erba e Maria ritorna a Birmingham, dove migliora la
semi del 2003, superando l'ostica mancina Schnyder e superando in
finale un’altra teenager molto promettente, Tatiana Golovin. Maria
giunge a Wimbledon con i migliori auspici: se i primi 2 turni sono
delle formalità, al terzo trova la Hantuchova, giocatrice di buon
talento che pratica un gioco piuttosto simile al suo, ma la russa è
capace di imporsi facilmente grazie a talento e carattere. Il IV turno
è piuttosto faticoso contro la veterana Amy Frazier, superata per 6-4
7-5, ma ancor più duro è il turno successivo contro Ay Sugiyama, in cui
Maria rischia seriamente l'eliminazione nel secondo set, prima di
prendere il dominio del match grazie anche a un maggior vigore
atletico. Maria affronta la prova del fuoco delle semifinale contro la
ex numero 1 Lindsay Davenport: l'americana sfrutta perfettamente
esperienza e freschezza, unite alla "paura" di Maria, per conquistare
agevolmente il I set, la russa nel II inizia ad avvalersi della sua
condizione e sfruttare la sempre minor mobilità della Davenport che
cerca disperatamente di non arrivare al III. Maria riesce a strappare
il break decisivo e chiudere 7-5, per avviare un III set che dominerà
fisicamente e che l'americana perderà tristemente per 6-1. In finale
Maria trova Serena Williams, una Williams in tono minore rispetto alla
giocatrice che aveva dominato il circuito per lo spazio di un anno.
L'americana non regge assolutamente il gioco aggressivo di Maria, che
imporrebbe ben altra mobilità rispetto alla pesantezza di Serena, che
sfiancata sul piano atletico non può che trovare spuntata l'arma
migliore, quella della potenza. Chiudendo con il punteggio di 6-1 6-4,
Maria si aggiudica il primo Slam della carriera, diventa la prima russa
a vincere Wimbledon, nonché la seconda più giovane vincitrice della
storia del torneo. La stagione sul cemento americano è avara di
soddisfazioni: esce nei quarti a San Diego in 2 set per mano della
Myskina, al III turno a Montreal contro la Zvonareva e sempre al terzo
a Flushing Meadow, sconfitta in 3 set dall'esperta Mary Pierce. Anche a
Pechino il cammino di Maria si interrompe di fronte alla prima
avversaria di spessore, la Kuznetsova, in semifinale, mentre l'agevole
tabellone (l'avversaria classificata meglio è la Stosur, n. 81) di
Seoul le permette di aggiungere un nuovo torneo al suo palmares, a cui
può aggiungere il Japan Open la settimana successiva, anch'esso povero
di tenniste di valore. Maria è a caccia di punti, per quella che
sarebbe un'insperata partecipazione al Master di fine stagione: la
qualificazione le giunge grazie alla finale di Zurigo, raggiunta dopo
la vittoria sulla Dementeva, ma persa contro la Molik. Al WTA
Championship, Maria è in un girone abbordabile: perde infatti il match
più duro contro la Mauresmo, pur impegnando a fondo la ex numero n. 1,
ottiene una vittoria importante e netta contro la Kuznetsova, per
giocarsi il match decisivo contro la Zvonareva (n. 11 del ranking e
qualificata solo grazie a numerosi ritiri), battuta 7-5 6-4. In
semifinale l'attende la sua bestia nera, la connazionale Anastasia
Myskina, che si aggiudica agevolmente il primo set 6-2, per poi vedere
la partita cambiare repentinamente: forse per condizionamento esterno o
troppa fiducia, per l'assalto veemente di una Sharapova che non aveva
nulla da perdere e che impiegava tutte le doti da fighter che
iniziavano ad esser riconosciute all'interno del circuito, il match si
chiude a favore di Maria che si aggiudica i restanti set con un duplice
6-2. La sorte aiuta la Sharapova anche in finale: opposta a Serena
Williams, nel III set, in svantaggio 4-0, l'avversaria s'infortuna e
prosegue la partita per sportività e sperando che la Sharapova butti il
match, ma così non sarà e Maria si aggiudicherà il titolo con il
punteggio di 4-6, 6-2, 6-4. La russa chiude questa straordinaria
stagione salendo al n. 4 del ranking e aggiudicandosi i premi di
giocatrice più migliorata e di giocatrice dell'anno. Bisogna dire che
Maria durante il corso dell'anno non ha ancora dimostrato di essere una
campionessa, ma di averne le potenzialità: è stata fortunata, ma la sua
bravura consiste nell'aver saputo sfruttare ogni minima opportunità e
nell'aver mostrato un'attitudine da vincente. Maria si presenta
all'Australian Open come una delle favorite: supera nei quarti la
Kuznetsova, rimontando un set di vantaggio per incontrare in semifinale
Serena Williams. Il match è intensissimo: freschezza ed agilità
consentono alla russa di aggiudicarsi agevolmente per 6-2 il primo set,
mentre nel secondo l'americana inizia a carburare e rispondere colpo su
colpo, vincendo 7-5; infine il III, conclusosi 8-6 in favore di Serena,
ha visto la russa sciupare ben 3 match point. La russa si rifà
aggiudicandosi il Tier I di Tokyo, in finale sulla Davenport, chiudendo
al tie break del III e subito dopo conquistando anche il torneo di
Doha. Si presenta a Indian Wells come numero 3 del ranking,
imbattendosi in semifinale nuovamente contro la Davenport, numero 1
della classifica, nemmeno troppo distante da Maria: la russa, questa
volta rimedia una lezione pesantissima dall'americana, che, più
riposata, si prende una rivincita d'orgoglio con un doppio 6-0. Maria
elabora la sconfitta e a Miami, pur non vincendo, esibisce una buona
prova di forza, sconfiggendo nei quarti la rientrante Henin, in
semifinale Venus Williams, cedendo solo in finale a una Clijsters
rientrante e più agguerrita che mai, tenendole comunque testa nel II
set. La terra non le riserva grosse soddisfazioni: a Roma soffre il
gioco mancino della Schnyder in semifinale, mentre a Parigi s'imbatte
nei quarti in una Justine Henin decisamente in forma e a suo agio sui
quella superficie, al contrario di Maria, mai in partita e sconfitta
6-4 6-2. Sull'erba, in preparazione a Wimbledon, si aggiudica
nuovamente il torneo di Birmingham, sconfiggendo la Jankovic in finale,
mentre a Londra giunge da detentrice del titolo e con il ranking n. 2
della classifica. Maria giunge in semifinale contro Venus Williams
senza aver perso un set, dopo aver superato tra le altre la Petrova nei
quarti: la giocatrice americana, torna ed esibirsi sui livelli a lei
più consoni, con un tennis atletico e raffinato allo stesso tempo.
Maria lotta nel primo set, perso al tie break, mentre nel secondo,
probabilmente sconfortata psicologicamente, resta in balia
dell'avversaria, comunque molto brava nel controllare il match e sempre
più ispirata, chiudendo il II con 6-1. In finale contro Venus era
arrivata la Davenport, che si infortuna alla schiena: costretta al
riposo la numero 1 non può difendere il trono e così, il 22 agosto la
russa diventa numero 1 del ranking. Il regno dura solo una settimana,
perché la Davenport, di ritorno, si aggiudica New Haven, tornando
numero 1. Allo U.S. Open Maria giunge in semifinale, contro la
Clijsters, che durante tutta l'estate aveva espresso il miglior tennis
del circuito: la russa riesce ad evitare la sconfitta nel II set
aggiudicandosi il tie break, ma nel III esce tutta la determinazione,
la classe e il gioco di Kim, che con una splendida difesa e la consueta
aggressività mette la russa alle corde chiudendo con 6-3. Ad ogni modo,
Maria torna numero 1 del ranking, ma i pessimi risultati collezionati
nel resto dell'anno, la conducono al WTA Championship con il numero 3
del ranking, dopo solo 6 settimane di regno. La russa si qualifica per
le semifinali, in cui incontra la Mauresmo, che finalmente si esprime
con sicurezza, sfoggiando tutto il notevole talento: se il primo set
resta nell'incertezza e si chiude solo al tie break in favore della
francese, nel secondo Amelie alza ulteriormente il livello del gioco,
variandolo mirabilmente, sfruttando il magnifico rovescio e mantenendo
lucidità e controllo si aggiudica il match per 7-6 6-3. Maria chiude
l’anno al numero 4 del ranking e senza aver centrato nemmeno una finale
dello slam. La stagione della russa inizia all'Australian Open, in cui
giunge in semifinale senza aver perso in set, pur affrontando match
equilibrati contro la Hantuchova negli ottavie in particolari contro la
Petrova nei quarti. Maria affronta in semifinale la Henin partendo bene
ed aggiudicandosi il primo set 6-4, nel II subisce il veemente ritorno
della belga che pareggia il conto con un netto 6-1, mentre nel III la
partita si fa più equilibrata, anche se, nonostante la ben nota grinta
della russa, non è sufficiente rispetto alla classe cristallina e alla
concentrazione di Justine che chiude 6-4. La Sharapova giunge a Tokyo
ancora stanca ed esce nettamente nei quarti contro la Hingis, mostrando
una condizione deficitaria per tenere testa alle sapienti geometrie
della svizzera. Maria si prende un'immediata e netta rivincita su Martina
nei quarti di Dubai, in cui si sbarazza in 3 set della Davenport in
semifinale, grazie alla netta superiorità atletica e si guadagna la
rivincita in finale contro la Henin, che la sconfigge comunque in 2
set, rimarcando la sua superiorità. La russa ha modo di rifarsi a
Indian Wells, in cui supera nuovamente in scioltezza la Hingis e
altrettanto facilmente in finale la connazionale Dementeva, prosegue
poi il buon momento di forma al Tier I di Miami, arrivando un po'
stanca in finale contro la Kuznetsova, nella quale subisce l'abilità
sul veloce della connazionale ed è sconfitta in 2 set. Maria si
presenta al Roland Garros senza aver giocato alcun torneo sul rosso e
non in perfetta forma: questo, unito alla tradizionale avversione per
questa superficie, la portano ad uscire al primo match impegnativo nel
quarto turno contro la Safina. A Wimbledon la Sharapova arriva in un
periodo di forma non eccelso: è in seria difficoltà già nel quarto
turno di fronte a Flavia Pennetta, mentre nei quarti vince agevolmente
un match, contro la solita Dementeva, che sarà più ricordato per
l'invasione di uno streaker in un derby tra 2 delle bellezze più
celebrate del circuito. In semifinale Maria affronta la Mauresmo: in un
match ben giocato da ambo le parti, ha la meglio la completezza della
francese, finalmente capace di esprimersi ai consoni alti livelli in
uno slam, che chiude 6-3, 3-6, 6-2. La Sharapova torna in campo sul
cemento americano mostrando subito di aver trovato un ottima
condizione: ottiene la vittoria a San Diego, dominando la Clijsters nei
momenti chiave di un match molto equilibrato, a Los Angeles perde un
po' inaspettatamente, complici caldo e stanchezza, in semifinale contro
la Dementeva. Maria arriva a New York in forma devastante: supera la
Mauresmo in 3 set in semifinale, ma aggiudicandosi primo e terzo con il
punteggio di 6-0 e mostrando enorme facilità di gioco, giusta
concentrazione e perfetta tenuta atletica. In finale affronta Justine
Henin: il match è equilibrato, ma questa volta Maria può sfoggiare uno
stato di forma eccellente e ancor più convinzione del solito, che la
porta a giocare punti decisivi con coraggio e lucidità per chiudere con
un duplice 6-4 che le vale il II slam in carriera. La russa, sempre in
eccellente condizione atletica, è molto carica e cerca di accumulare
punti per chiudere la stagione al numero 1 del ranking: si aggiudica il
torneo di Zurigo in finale sulla Hantuchova e il torneo di Linz sulla
Petrova. Maria giunge ai Master di fine anno con la II posizione e la
possibilità di chiudere la stagione al numero 1, occupato dalla
detentrice del titolo, Amelie Mauresmo, ma insidiato anche dalla numero
3, la belga Henin. Maria fa pensare che l'obiettivo sia ampiamente alla
sua portata nel round robin, dove infila 3 vittorie schiaccianti contro
la Dementeva, la Clijsters e la Kuznetsova. In semifinale si trova di
fronte, in una terribile rivincita di Flushing Meadow valevole anche
per la posizione n. 1, la Henin: inspiegabilmente la russa stenta ad
esprimersi sui livelli offerti nella II parte della stagione, cedendo
nettamente il primo set per 6-2. Nel secondo Maria torna in partita con
tutta la sua grinta, ma la Henin è un osso duro e può mostrare la
consueta classe straordinaria e la freddezza per chiudere il match al
tie break del II. La sconfitta non le permette di salire sul gradino
più alto del ranking, ma di rimanere al n. 2, scavalcata proprio da
Justine Henin. La stagione della russa comincia all'Australian Open,
dove nel primo turno deve affrontare sul centrale la francese Camille
Pin in una partita programmata alle 11 del mattino sotto una
temperatura di 45° con l'impossibilità di chiudere il tetto dell'arena,
perché il match è iniziato outdoor. Aggiudicatosi il primo set
abbastanza agevolmente per 6-3, la russa inizia a mostrare evidente
fatica nel sopportare il calore e gioca largamente al di sotto del suo
standard, perdendo il secondo set per 6-4. Nel III set Maria sembra
tornare padrona del gioco, andando in vantaggio per 5-0, ma qui il
crollo fisico e la maggiore spregiudicatezza dell'avversaria le fanno
subire una clamorosa rimonta, dopo aver sprecato 2 matchpoint sul 5-2,
vanifica un nuovo matchpoint sul 6-5. Pur dimostrando una condizione
fisica deficitaria la Sharapova può aggrapparsi alle ben nota grinta e
all'esperienza, con cui riesce ad annullare 2 matchpoint alla francese
sul 7-6 e infilare 2 game consecutivamente grazie anche alla francese
incapace di reggere alla tensione delle occasioni sprecate chiudendo
per 9-7. Questo sarà certamente uno dei match più duri che la russa
avrà affrontato nella sua carriera. I turni successivi, affrontati con
temperature più sostenibili, sono delle formalità per Maria che
progressivamente ritrova il suo gioco e si sbarazza della Rodionova
prima e della Garbin poi. Il IV turno la vede affrontare la
connazionale Vera Zvonareva giocatrice in buon momento di forma che sta
tornando sui livelli da top ten: il match è molto equilibrato e solo la
capacità di Maria di gestire i punti importanti le permette di avere la
meglio. I quarti riservano a Maria un'altra connazionale in forte
ascesa, Anna Chakvetadze che le impone un gioco tatticamente sapiente,
pieno di variazioni che imbrigliano Maria nel primo set e la vedono
sotto per 5-3, finché non recupera percentuali soddisfacenti sulla
prima e le permettono di acciuffare il tie break. Nel secondo set il
copione si ripete, ma questa volta la fatica inizia a rendere meno
efficaci le trame e le strategia della Chakvetadze che regge comunque
bene lo scontro prima di perdere 7-5. In semifinale Maria affronta la
Clijsters, vincendo nettamente il confronto, soprattutto sul piano
fisico. In finale Maria affronta la sorpresa Serena Williams di ritorno
sui campi e con una classifica molto bassa. Maria giunge al match
stanca e intimorita dal carisma dell'americana che per un paio di
stagioni aveva letteralmente dominato la scena tennistica:
determinazione e potenza di Serena fanno sì che il match non abbia
proprio storia e si chiude così per 6-1 6-2 una delle finali più a
senso unico della storia dello slam. Grazie alla finale conquistata e
alla mancata partecipazione della Henin, Maria torna ad issarsi sul
gradino più alto del ranking Wta, dopo che nel 2005 regnò per 7
settimane. Al torneo di Tokyo, dopo aver superato la Schiavone e la
Sugyama, Maria è costretta al ritiro contro la Ivanovic a causa di un
infortunio muscolare. Ad Indian Wells, dove Maria è chiamata a
difendere il titolo uscente e la prima posizione del ranking, si
presenta in una condizione fisica e psicologica deficitaria: supera con
una certa fatica giocatrici nettamente inferiori quali Michaella
Kraijcek e Nathalie Dechy, per poi dover affrontare nel IV turno Vera
Zvonareva. La Sharapova si aggiudica il primo set 6-4 sfruttando il
break di vantaggio e si porta avanti 5-3 nel II, nonostante una seconda
di servizio non molto efficace, per due volte si porta a 2 punti dal
match ma sciupa queste occasioni e subentrano stanchezza e un black out
psicologico che consente alla Zvonareva di inanellare 8 game di fila e
filare tranquilla verso la vittoria con il punteggio di 4-6 7-5 6-1. Al
termine di Indian Wells la russa ha raggiunto le 14 settimane
complessive al numero 1 del ranking Wta, piazzandosi al XIII posto
nella graduatoria che misura il numero di settimane delle tenniste che
hanno occupato questa posizione, ma i punti persi nel torneo
californiano la costringono a cedere la posizione alla belga Justine
Henin che ritorna sul trono dopo la mancata partecipazione ai tornei
australiani. A Key Biscayne, per il Tier I di Miami, Maria deve
affrontare un tabellone molto impegnativo: al terzo turno incontra
Venus Williams, rimonta un set e poi ingaggia una dura battaglia nel
III che la vede sull'orlo della sconfitta, 3-1 e breakpoint per Venus e
poi sotto di nuovo 5-4, ma grazie alla consueta determinazione chiude
2-6 6-2 7-5. Al quarto turno affronta Serena Williams che più che
dominarla sul campo la domina mentalmente, memore della dura sconfitta
rimediata in finale a Melbourne, Maria non entra mai in partita e
subisce una delle sconfitte più umilianti della sua carriera: 1-6 1-6.
Maria a causa di un problema muscolare alla spalla è costretta a
saltare buona parte della stagione sul rosso, rientrando solamente al
torneo di Istanbul come preparazione a Parigi. In Turchia la russa non
è ancora brillante: supera con fatica nei quarti la nuova grande
promessa, la Radwanska, per poi cedere in semifinale 6-2 6-4 da Aravane
Rezai. La Sharapova giunge al Roland Garros in condizioni non ancora
ottimali e su una superficie che le è poco congeniale, tuttavia disputa
un buon torneo caratterizzato dall'epica vittoria per 9-7 al III set
del quarto turno contro la Schnyder, dove in più occasioni si salva
dalla sconfitta con la consueta tenacia. Nei quarti si impone grazie
agli straordinari mezzi atletici sulla connazionale Chakvetadze, per
poi rimediare una sonora sconfitta in semifinale dall'emergente
Ivanovic. La russa torna in campo a Birmingham dove raggiunge la finale
in cui è superata dalla sempre più convincente Jankovic in un III
tiratissimo set che si chiude 7-5 per la serba. Al successivo torneo di
Wimbledon la Sharapova è nuovamente vittima di una Williams, questa
volta Venus, che si prende una sonora rivincita della finale 2004, con
il punteggio di 6-1 6-3, tanto che si potrebbe dire che le 2 sorelle
esercitano una superiorità anzitutto psicologica nei confronti della
siberiana. Maria ha l'occasione di rifarsi al Tier I di San Diego dove
infila convincenti vittorie contro la Golovin, la Mirza e la
Chakvetadze, per poi chiudere la finale contro la Schnyder con un secco
6-0 al III che le permette di aggiudicarsi nuovamente un trofeo dopo il
digiuno che durava dall'Us Open. Il periodo positivo si interrompe
subito: al successivo torneo di Los Angeles, in cui Maria è accreditata
della testa di serie n. 1, durante la fase di riscaldamento prima della
semifinale contro Nadia Petrova subisce uno stiramento che la costringe
a dare forfait e mettere in dubbio la partecipazione al prossimo Us
Open. |